venerdì 30 marzo 2007

Casa mia (preludio).



Non capisco perchè, ma:

A = Secondo Google Maps, che credevo imbattibile, casa mia non esiste ancora! Ci sono campi sterrati e strutture semi-abbandonate. Nemmeno una palazzina. Figurimaoci la mia che è stata completata per ultima (ma comunque più di un anno fa)...

B = Secondo Paginegialle.it, che credevo inutili e mediocri, eccomi là!!! Vedo il mio vicinato, il maneggio, il parcheggio della BNL, il residence Lucrezia Romana...

Hai capito 'sti siti italiani/istituzionali, eh? ;)

giovedì 29 marzo 2007

La via dell'Ikka


Carlito Schilirò è stato per lungo tempo il mio "braccio destro", prima su BIZ, poi su BLACKmag.
Grande amante e conoscitore di rap e R&B, parla fluentemente (in maniera impressionante) inglese, tedesco e francese.
Una risorsa ENORME, per chi ha sempre a che fare con interviste, traduzioni, etc... ma già in quegli anni aveva sempre con sè la sua amata macchina fotografica, che si portava ai concerti, oppure sul set di un videoclip musicale, quando non veniva addirittura chiamato per le foto dei booklet di alcuni album (e i servizi fotografici ad esso collegati).
Da qualche tempo le nostre strade si sono separate: io sempre più verso la grafica e l'abbigliamento, lui sempre più verso la fotografia piuttosto che il giornalismo musicale.

Passa un po' di tempo e ricevo un invito.
Scopro (con piacere) che nel frattempo Carlito ha iniziato a lavorare per diverse agenzie fotografiche e che pubblica su magazine italiani e stranieri, specializzandosi sul fashion ma soprattutto su tutto ciò che è cultura orientale (ricordo che per un certo periodo era anche andato a vivere a Tokyo dalla sua ragazza giapponese).

Ora c'è una sua personale qui a Roma.
E' tanto che non ci sentiamo/vediamo, accidenti!
Si, vado all'inaugurazione della sua mostra fotografica :)

Se dovesse interessare anche a voi:
• Carlo Schilirò
LA VIA DELL'IKKA
"il codice dei nuovi samurai"

dal 29 marzo al 12 aprile 2007
c/o MAUD Via Capo d'Africa n°6, Roma
ingresso gratuito

Strade


"Sono intorno a me, ma non parlano con me,
Sono come me, ma si sentono meglio"...


Sono stato a "La Palma Club" al concerto di Riccardo Sinigallia. Tra l'altro ci ho anche incontrato (per puro caso, senza che ci fossimo accordati con nessun "ci vediamo lì") le mie uniche due amicizie - tra tutti quelli che conosco nel mondo della musica - a cui voglio umanamente bene, e cioè Valeria (Rossi) e Tommaso (Piotta).
Evidentemente abbiamo anche gli stessi gusti.

La maggior parte delle gente, se gli dici che quella sera vai a vedere Riccardo Sinigallia dal vivo, ti risponde con un: "Riccardo chi?"...
Eppure, senza saperlo, lo conosce. Conosce la sua voce. Conosce il suo suono.
Riccardo è un artista polistrumentista ed è anche un cantautore della cosiddetta "scena romana". E' uno che fino a quattro anni fa (cioè fino all'uscita del suo primo omonimo album solista) ha sempre lavorato dietro le quinte, per gli altri.
C'era lui dietro la produzione musicale e il lancio di Max Gazzè e Niccolò Fabi. C'era lui dietro il successo di "Quelli che benpensano" di Frankie Hi-Nrg. Anche se fa musica del tutto diversa, c'era lui dietro diverse ottime produzioni di hip hop italiano (Frankie, Flaminio Maphia e La Comitiva). Ma soprattutto c'era lui dietro il successo dei Tiromancino: è lui che ne ha reinventato il suono e la poetica.

Non a caso al SUO concerto, con la SUA band, canta "La descrizione di un attimo", che - insieme a "Due destini" - rappresenta il pezzo della SVOLTA dei Tiromancino (quando furono scelti da Fernand Ozpetek per la colonna sonora del suo "Le fate ignoranti"). Erano dieci anni che questa rockband romana suonava, ma è stato da quell'album del 2000 (lo stesso che contiene anche la senremese "Strade", dove per l'appunto Riccardo duettava con Federico Zampaglione sul palco dell'Ariston) che ha fatto fare loro il VERO botto, portandogli la VERA popolarità, i passaggi radiofonici, le vendite...
E dopo dieci anni, anche i VERI soldi.
Dieci anni insieme per scazzare e sciogliersi al primo successo.
Un po' amaro, vero?

Federico Zampaglione si è tenuto nome e copyright "Tiromancino" ed ha proseguito per la sua strada.
Tutto il resto della band (compreso il fratello dello stesso Zampaglione) è rimasto accanto a Sinigallia.
Insieme hanno continuato a suonare, fare dischi, fare tour.
Di pochi mesi fa il secondo album di Riccardo Sinigallia, "Incontri a metà strada".
E dal vivo è davvero molto molto MOLTO bravo.
L'ho già detto che è bravo?

martedì 27 marzo 2007

La scorsa notte (pensieri disordinati)...


La scorsa notte mi sono visto "Solo 2 ore" di Richard Donner (si, quello degli "Arma Letale"), il cui titolo originale è "16 Blocks" - ovvero "sedici isolati", che era molto più bello - e che suppongo essere il suo film più recente, con Bruce Willis che è un cinico detective ormai prossimo alla pensione, appesantito dall'alcool e dalla vita. Ma la vera piacevole sorpresa è stata trovarci Mos Def come co-protagonista assoluto (è il ragazzo nero che deve raggiungere il tribunale, a soli 16 isolati dalla prigione, per testimoniare contro dei poliziotti)... si, insomma, è proprio lui, è lo stesso Mos Def di cui parlavo in 6 post fa, quello di "True Magic".
Sapevo già che fosse un attore (lo ricordo anche in una piccola parte in "Monster's Ball"), ma accidenti è pure bravo!!!

La scorsa notte mi sono letto il primo capitolo di "Civil War".
Uhm. Non so. D'accordo, dovrei aspettare gli sviluppi per poter giudicare, ma non mi ha convinto proprio per niente.
Premesso che Capitan America mi è SEMPRE stato sulle palle (con quel cazzo di costume a bandiera), ma stavolta è OVVIO che uno stia dalla sua parte. E' questa la mia perplessità. Tutta la campagna pubblicitaria si basa sul tormentone: "Tu da che parte stai?"... ma la storia di Millar (che scrive sempre bene, sia chiaro) è stata fatta proprio per stare dalla parte di Cap!
Mi spiego meglio: la parte verso cui si schiera il Capitano non è altro che il concetto stesso del supereroe e del fumetto supereroistico, cioè l'identità privata di un personaggio, il costume, l'identità segreta con cui combatte il crimine, etc. etc.
Il punto qui è che per creare necessariamente "le due parti" da opporre l'una all'altra, mi sembra sia stata appositamente resa inverosimile la parte schierata col governo.
Lo sceneggiatore ha scelto una serie di personaggi (capitanati da Iron Man e i Fantastici 4, se non ho frainteso) che stavolta - loro malgrado (anche rischiando l'antipatia del lettore) - devono "interpretare" il ruolo degli antagonisti, mi spiego? A me 'sta cosa sembra troppo FORZATA, anche se capisco le necessità editoriali della Marvel (ma anche della DC, con "Crisi infinita") di inventare periodicamente questi grandi eventi per la propria salute stessa.

Spesso leggo cose migliori nei cicli narrativi interni alle serie regolari, che non pretendono di essere nulla di più di ciò che sono (e spesso sono fatte bene). Mi fanno invece sorridere gli editor (o i lettori stessi) che considerano - o promuovono - questi grandi eventi come dei "capolavori". Che poi non si rivelano MAI come tali.

"Civil War" è un fumetto politico? O provocatorio? Un'arguta metafora per denunciare un certo sistema governativo americano? Bah... non capisco perchè se uno come Capitan America dice un paio di frasi a malapena "anticonformiste" in un fumetto, subito tutti a trovarci arguzia, profondità e chissà quali analisi (parlo tanto dei lettori quanto dei professionisti) ma se cose analoghe, anche ben più esplicite, le canta Mos Def viene considerato un pupazzo, quando non un rompicoglioni.
Così mi sa tanto di presa per il culo, è il solito contentino da sottocultura di serie B, nel senso che sembra quasi che non appena dal fumetto escono due cose intelligenti messe in fila, subito gli applausi a mani aperte.
Come se generalmente non fosse in grado, capite che intendo?

Le scorse notti mi sono letto anche "Fables: Terre Natie" e il primo volume di "Loveless", i miei due ultimi acquisti Vertigo secondo Planeta DeA (e secondo me entrambi si mangiano "Civil War" a colazione, ognuno a modo suo, anche se attraverso il fantasy e il western).
Comunque sia, trovo vincente la narrazione "all'americana" (sigh!) in 22/24 pagine mensili poi raccolte - per cicli - in volume, che ti leggi tutto d'un fiato piuttosto che le nostre storie conformate a 96 pagine che "bla bla bla" e a metà già sbadigli; trovo bravissimi sia Bill Willingham che Brian Azzarello, due che sanno davvero incollarti dalla prima all'ultima pagina, che poi a detta del Rrobe è la cartina tornasole per capire l'effettiva validità di una storia (lo diceva nella recente intervista fatta su Fumettidicarta.it, a proposito del RITMO: "Il segreto è riuscire a tenere attaccato il lettore all’albo e costringerlo a finirlo in una sola sessione di lettura. Per me, quando un albo viene lette in più puntate, vuol dire che lo sceneggiatore ha sbagliato qualcosa. La gente generalmente non interrompe la fruizione di un film, lo stesso deve essere per un albo a fumetti con una foliazione ragionevole", anche se - paradossalmente - so che non gradisce molto Azzarello)...
Ma perchè in Italia non riusciamo a fare serie del genere? Così appassionanti, così snelle, così ben costruite (ripeto: in 24 pagine mensili). Eppure mi fa schifo pensare che 'sti amerikkkani siano meglio di noi. Lo rifiuto, cazzo, noi abbiamo autori con le contropalle...
O sarà lo stesso concetto che vale per il serial televisivi?

domenica 25 marzo 2007

Lo zio Neffa, ex rapper


Ieri sera, grazie alla cortesia della Bmg (dato che quelli di Friends & Partners non mi hanno cagato di pezza!) sono stato al concerto di Neffa all'Auditorium Concilazione, accreditato insieme alla mia bella mogliettina. Che dire? Era dal 1998, dal tour dei "107 Elementi" che non vedevo Neffa dal vivo.

Era una vita fa, era UN ALTRO Neffa. All'epoca era un rapper, anzi mi correggo era IL rapper, quello che ha portato un livello tuttora imbattutto nello stile italiano, era il miglior mc/freestyler della nazione, seguito a ruota solo dal Danno e da Esa.
Quel concerto fu memorabile, me lo ricordo bene: Neffa era sul palco accompagnato da Dj Gruff ai piatti, da Deda e Kaos ai microfoni. In pratica era quasi una riunione dei Sangue Misto. Un live storico, direi.
Ieri sera invece il concerto era del "nuovo" personaggio, ovvero del cantante Giovanni Pellino detto Neffa. Eh già, il cantante, quello che ha deciso di non rappare più una sola rima in vita sua. Che peccato.
La svolta artistica del 2001 che avvenne con "Arrivi e partenze" fu percepita come un vero e proprio TRADIMENTO dalla scena hip hop, che perdeva uno dei suoi più talentuosi rappresentanti (meglio essere il numero uno in un territorio di nicchia come il rap o uno dei tanti - e nemmeno dei migliori - nel minestrone della pop italiana?)... in quel momento con BLACKmag gli feci una lunga intervista (che era questa qui) che fu letta da più di 7.000 persone nel suo primo weekend on-line, e fu la più copiata e/o linkata di tutta la community hiphoppettara italiana.
Lui spiegava le sue ragioni.
Anche ieri sera è tornato per un momento sull'argomento, visto che era il suo PRIMO concerto a Roma del dopo-svolta (cioè da quando è una cantante, che nel frattempo è arrivato al suo TERZO album cantato, con il recente "Alla fine della notte"); diceva che non gli importava se fosse meglio prima o meglio ora, ma che ora sta meglio lui come persona. E buon per lui, se è vero.

Eppure - aldilà della qualità o meno dei suoi ultimi 3 album o del concerto stesso - ieri sera non potevo non notare che nell'Auditorium ci saranno state un migliaio di persone paganti o poco più (che non sono poche, beninteso) ma che il caro vecchio zio Neffa in quel concerto del '98 all'Air Terminal Ostiense, quando era SOLO un rapper, avrà avuto di fronte al palco cinque/seimila persone.
A me farebbe un po' riflettere, no?

• Il momento migliore
C'è stato un momento davvero molto particolare, ieri sera, quando toccava ai bis. Ad un certo punto Neffa ha chiamato sul palco l'amico Raiz (ex voce degli Almamegretta, avete presente? Beh, un grande!!!) e - mentre lui entrava - sono partite le note di
"Aspettando il sole"... momento emozionante, la gente ha spalancato la bocca, e ora che succede? Raiz ha iniziato a cantare a modo suo, quasi rappando in dialetto, e ha coperto tutta la parte delle strofe che un tempo erano di Neffa; quest'ultimo ha invece cantato SOLO i ritornelli, quelli che un tempo cantava Giuliano Palma. Forte, eh? Ha fatto comunque il pezzo, ma nella sua integralistica decisione di NON rappare più, non lo ha fatto mai! ;)

sabato 24 marzo 2007

Il valore?


Ieri ero da Mediaworld e mi sono comprato due cose: il nuovo album tutto in spagnolo di Jennifer Lopez (lo so, è da MALATI, ma ho tutta la sua discografia e volevo avere anche questo disco, però ora non c'entra, poi magari ci torniamo sopra) e il DVD di "Inside Man" di Spike Lee.
Ora, tenete presente che il CD l'ho pagato 16,90 euro, mentre il DVD 9,90 euro (che detta così sono anche ottimi prezzi)...
Ma mi chiedo: anche volendo considerare entrambi come opere del talento e dell'ingegno umano, che sono però poi commercializzati entrambi in un negozio, in quanto PRODOTTO... come è possibile che un CAPOLAVORO come "Inside Man" costi 6 euro IN MENO rispetto ad un mediocre album neomelodico/latino (esattamente come certa musica napoletana) della Lopez?

Allora, su questa base, il ragionamento seguente - paragonandolo al fumetto - è questo: quale dovrebbe essere il giusto VALORE dei fumetti (e il rapporto qualità/prezzo tra l'uno e l'altro) se li consideriamo, capolavori o meno che siano, sia come opere del talento e dell'ingegno umano che come prodotti da commercializzare?
Alla fine è SOLO una questione di costi e di formati editoriali?

martedì 20 marzo 2007

Oh, my Christina...


Oggi pomeriggio in TV ho visto per la prima volta il video di "Candyman" di Christina Aguilera, deliziosamente anni '40 (vedete voi stessi), diretto da Matthew Rolston (quello della pubblicità del Campari con Salma Hayek) che accompagna l'uscita del terzo singolo estratto dall'album "Back to basics". Mi è venuta subito in mente una cosa che avevo scritto in fondo all'INTRO del Massa n°2, e cioè: ... "GUAI a chi me la tocca, sono pronto a confrontarmi con chiunque sul perchè questo sia un grande album!!!"...

E' dai tempi del suo primo (omonimo) disco del 1999 che ci credo, in un momento in cui tutti ne parlavano come l'ennesimo clone di Britney Spears (e guardate che fine ha fatto questa!); mi ESPOSI in difesa del suo talento di fronte a tanti amici e/o colleghi giornalisti che ne parlavano solamente come di una nuova popstar biondina uscita dal Disney Club.
Quando nel 2002 pubblicò il suo secondo album "Stripped", tornai esattamente sopra le mie prime impressioni: Christina Aguilera è una grande artista, con una capacità di rinnovarsi ed una VOCE fuori dal comune, altro che!!!
Quell'anno scrivevo questa recensione su BLACKmagazine, alla faccia di chi SOLO ORA comincia a dire che è brava (ogni rivista musicale infatti adesso ne parla bene). E tenete conto che lo facevo in un contesto "purista", quello di lettori o addetti al settore fissati solo con hip hop, rap e R&B.
• Uhm, in realtà lo dico anche per mettere a tacere quegli amici che mi ripetono che la mia fissa per la Aguilera è nata il giorno in cui l'ho incontrata nella sua suite in un grande hotel al centro di Parigi e le ho sfilato i jeans (!) per quella che - a tutt'oggi - rimane la mia più memorabile intervista per "Vanity Fair", che purtroppo non ho in versione web! ;)

E' di qualche mese fa la pubblicazione di "Back to basics", e il titolo dell'album parla già da solo.
Christina si libera degli ultimi strascichi pop/R&Bggianti, di tutti i suoi piercing proibiti, dei volgari look da zoccola miliardaria e torna in campo con un doppio album semplicemente e splendidamente SOUL.
Le basi, per l'appunto. Perchè con la sua voce - da sempre - non poteva e non doveva fare altro.

Ispirata da Ella Fitzgerald, Billie Holiday ed Etta James... sexy e sofisticata come una diva della Hollywood del dopoguerra (con look, booklet e videoclip studiati maniacalmente in ogni dettaglio) nel primo dei due CD chiama accanto a sè un produttore che è davvero uno dei più grandi di tutti: Dj Premier (Gangstarr) che guarda caso firma i pezzi più validi (l'intro, la strepitosa "Back in the day" che omaggia Marvin Gaye, John Coltrane e Arteha Franklin, il primo potente singolo "Ain't no other man" e ancora "Still dirrty" e "Thank you") e dimostra cosa voglia dire conoscere soul, jazz e blues fino alle loro radici più pure. Real knowledge: old skool rules!!!
Una curiosità: con il pezzo "F.U.S.S." manda a quel paese Scott Storch (F.U. sta proprio per Fuck You) il suo ex produttore, che aveva scritto con lei almeno metà del suo precedente album. L'altra metà era firmata da Linda Perry (ex Four No Blonde), che invece rimane. Sono amiche, le due. Dicono.

Nel secondo CD entriamo in un circo immaginario, un grande show dove le atmosfere si fanno più swing, jazzate e vintage ("Candyman" per esempio fa parte di questa seconda parte). Insomma, quasi un musical. A tratti struggente, a tratti divertente.
Sopra a tutto ciò, naturalmente, la sua voce.
Potentemente soul, brillante, estesa come non mai... e GUAI a chi me la tocca!!!

sabato 17 marzo 2007

I "compagni" di Radio Rock


Era un botto di tempo che non andavo ad una serata di Radio Rock. Forse era da un paio d'anni, al "Feber Beach" di Ostia. Ma potevano essere pure tre. Non ricordo.
Ieri sera, grazie al compleanno di una mia amica, ci sono tornato.
La serata - con Prince Faster alla consolle - era in un locale che non conoscevo, tale "Shango"; in realtà da pischello lo frequentavo, una vita fa, dato che non trattasi altro che dell'ex storico "Executive Club" di Via San Saba dove andavo a ballare di POMERIGGIO (!) con le compagne di classe del liceo artistico, yeah :)

Insomma: io, Tere e Michele arriviamo là che manca poco a mezzanotte, ma ancora prima di parcheggiare vediamo una fila della madonna per entrare nel locale. Noi per prima cosa (affiancando la fila) andiamo dritti alle "corde" dell'ingresso, dove sono i ragazzi dell'organizzazione. Chiediamo della nostra amica che festeggia il compleanno, dicendo che lei è già dentro con gli altri e quindi se possiamo entrare senza fare la fila. Quelli manco sanno di chi stiamo parlando.
Telefono da lì alla mia amica, che in paio di minuti è fuori. Alchè gli facciamo vedere che non era una balla, che lei era là davvero, che era il suo compleanno: "Vedi? Abbiamo pure il regalo!"...

Niente da fare. Il tipo alla corda (con molta gentilezza, devo essere onesto) ci dice che non può farci saltare la fila, che questo posto e questa serata NON sono come "certi" altri locali, che la cosa è UGUALE per tutti, vale per tutti, senza preferenze di alcun tipo, e TUTTI devono fare la fila, che tra l'altro scorre veloce.
Bene. La cosa ci sta benissimo.
Dirò di più: 'sta cosa MI PIACE!
Andiamo a fare la fila, in una decina di minuti saremo dentro.

Altra scena alla corda, pochi minuti prima: arrivano tre tipe rockettare (detto tra noi, nemmeno fossero 'ste fighe), chiedono di un certo Sandro (sarà uno dello staff?), i ragazzi alla corda chiamano 'sto Sandro, che in un attimo è fuori: "Bella Sandro!!!" gli fanno le tipe... saluti e baci, i ragazzi alzano la corda e quelle tre entrano.
Uhm, ma la cosa non valeva per TUTTI?
Aaah, i cari vecchi compagni di Radio Rock...

giovedì 15 marzo 2007

King without a crown


Per quanto mi riguarda Lele Mora non esiste più dall'estate 2005, perchè nel mio universo immaginario era una delle vittime della "strage di Porto Cervo", che si suppone sia stata eseguita da un certo personaggio con una lisca di pesce sul petto (ovviamente mi riferisco ad "Ama e difendi", scaricabile qui). Quindi non c'è nemmeno bisogno di parlare di una MERDA così.

Eppure la puzza rimane.
Fabrizio Corona è della stessa razza di Mora. Sarà più giovane, più bello e meno gay, ma la puzza di merda è la stessa.
Visto che io il n°3 del Massa che esce tra poco l'ho già finito di disegnare (e - ahimè - NON parla di lui), se per caso dovesse capitarvi di intravederlo con la coda dell'occhio mentre guidate, non abbiate timore e investitelo senza esitazione!!!
Se vi va, fate pure retromarcia.
Non mancherà a nessuno.
Nemmeno alla sua quasi ex moglie Nina Moric, a quanto dicono.

sabato 10 marzo 2007

Mos Def: "True Magic" (Geffen).


Si, il nuovo album di Mos Def è in vendita così, esattamente come lo vedete, nudo e crudo, dentro ad un leggero box di plastica trasparente, senza nemmeno una scritta!!! Per copertina, titoli dei brani e rispettivi credits (autori, produzioni delle basi, edizioni, etc.) dovete andare sul suo sito, ovvero QUI.
Ma non è di questo che volevo parlare, quanto della recensione che Gianni Santoro gli dedica sull'ultimo numero di "XL" di Repubblica, dandogli quattro palline, cioè BUONO (che poi ho sempre trovato assurdo il meccanismo di palline e stelline che siano, perchè si creano situazioni assolutamente squilibrate, come ad esempio il disco "Le verità nascoste" di Nesly - il fratellino del più celebre Fabri Fibra - che proprio nella pagina accanto al nostro si becca cinque palline quando in realtà non ci sarebbe nemmeno confronto tra i due!!!).
Ad ogni modo la riporto per intero:

• COME DANTE NESSUNO LE RAPPA A BONO E BUSH - "Il Presidente è stronzo, tratta noi neri peggio dell'immondizia". Ma Mos Def - rapper nero, socialmente impegnato, oltre che attore lanciatissimo - dice "niggaz", non neri. Sempre in "Dollar Day", bellissimo brano sull'uragano Katrina, dice: "Dove sono Sir Bono e i suoi amici famosi ora? Non fraintendetemi, mi piacciono gli U2, me se non sei nel ghetto allora 'fanculo anche te!". Non è bastato, non è servito neanche cantare il brano in protesta per strada a New York: Dante Smith, cioè Mos Def, non piace più agli Usa. Questo terzo album è stato massacrato. Eppure il flow e lo stile ultrablack sono formidabili. E "Murder of a teenage life" prodotta dai Neptunes, è esattamente quello che 50 Cent sogna di fare".

Ora, che questo album sia stato "massacrato negli Usa" secondo voi è qualcosa che va letto come un pregio o un difetto?
Io penso che il mercato Usa, ovvero un bacino di proporzioni immense che DIVORA hip hop/R&B a livelli che qui nemmeno ci sogniamo, negli ultimi tempi sia la fortuna di certi artisti neri (che da un po' di anni a questa parte si portano a casa TUTTI i premi musicali esistenti di categoria e non), ma allo stesso tempo sia orientato al 100% verso il lato più commerciale di 'sta cosa (senza voler dare accezioni negative) ovvero Eminem, Snoop Dogg, Beyoncè, 50 Cent, Jay-Z, The Game, Akon, Ludacris, bla bla bla e giù col resto di Billboard... si, insomma... non è certo gente come Mos Def, Talib Kweli, Common o i The Roots che finiscono nelle prime posizioni delle charts americane, perchè è gente COLTA (anche musicalmente) che dice cose intelligenti, quindi impopolari, scomode, probabilmente - per una parte di potere governativo - anche "pericolose"... you know what I mean?
"True Magic" è un album difficile perchè è fatto con la testa.
Per me Mos Def è stato/è/sempre sarà uno dei più grandi.
Forse (guarda caso, come molti altri personaggi che amo) proprio perchè è un outsider puro.

venerdì 9 marzo 2007

"The Shield" again...


E' con la doppia razione di "The Shield" di ieri sera che le cose stanno iniziando a pompare alla grande: il tenente degli affari interni Kavanaugh (Forest Whitaker, fresco di Oscar) sta sbroccando per incastrare Vic (Michael Chiklis) e la sua Squadra d'Assalto, sbattendo Lem (Kenny Johnson) in prigione, minacciando di mandarlo nello stesso carcere dove sta scontando l'ergastolo Antwon Mitchell, che non aspetta altro che vendicarsi di ognuno di loro (quindi in pratica per Lem sarebbe una condanna a morte quasi certa). Kavanaugh è sempre più stronzo e ossessionato, eppure da ieri sera anche molto più "debole" per la storia della ex moglie malata di mente; memorabile la scena in cui - capendo di essere stato spiato da Vic e Lem mentre lui, piangendo, è nella stanza degli interrogatori con la ex - esce fuori urlando, facendo arrestare Lem sotto gli occhi di tutto l'Ovile, giocandosi in un attimo di rabbia la più grossa carta che aveva contro Vic (cioè il fatto di poter ricattare Lem paventandogli l'arresto)...
Che serial, raga, anche alla 5° stagione, che sembrava essere iniziata un po' sottotono. Altro che!!!

Nel frattempo ho appena finito di rivedere anche la 2° stagione in DVD.
Francamente nemmeno mi ricordavo che finiva così (con Vic e i ragazzi, senza fiato, intorno ad un tavolo con una montagna di soldi sopra, appena rubati agli armeni) anche perchè Italia1 trasmise tutta d'un fiato la 2° e la 3° stagione insieme. Il problema (per modo di dire) è che chissà quando vedremo il cofanetto con 'sta 3° stagione, dato che la Sony Pictures le sta facendo uscire con il contagocce.
Io proprio non capisco: se vado nei negozi specializzati e/o nei megastore, esistono le serie più imbecilli o di quelle che ci hanno frantumato le palle (da "Una mamma per amica" ai vari "CSI", tanto per fare due esempi) che sfornano un cofanetto dopo l'altro, arrivando in certi casi anche alla sesta/settima/ottava serie, con un ritmo velocissimo di uscite... e dunque - mi chiedo - perchè un gioiello come "The Shield" esce con un cofanetto ogni anno e mezzo?
Addirittura, leggevo sul forum della community di The Shield Italia che la Sony nemmeno doveva farla uscire la 3° stagione per l'Area 2 (cioè quella che comprende l'Italia e la lingua italiana), anche se ora parlano di una possibile uscita ad aprile o a giugno. Bah!!!

Sia chiaro, nessuno di noi morirà per questo.
Si sopravvive lo stesso, è solo pour parlez...
Però 'ste cose (ovvero quelle "piccole cose" che ci allietano la vita, su cui tornerò sopra) a volte mi fanno un po' girare le palle, anche perchè - cazzo! - è una delle POCHISSIME cose che seguo davvero con regolarità!!!
I miei amici scherzosamente mi dicono che sono basso e tarchiato, con lo stomacone duro e la riga dietro al collo della capa pelata: è vero, perchè io sono Vic Mackey!!! Eh eh eh...

giovedì 8 marzo 2007

Momo: "Fondanela" :)

La vera VINCITRICE di Sanremo 2007 (per lo spasso di Teresita)...

lunedì 5 marzo 2007

Tavola 8 ("Kouassi Story")

Non l'avevo MAI fatto prima d'ora.
Cioè di pubblicare in rete una "anteprima" di qualche mia storia.
E' anche vero che non avevo un blog, fino a due mesi fa!
Quindi ora la faccio :)
Tra l'altro credo che per Mantova Comics (appena conclusa) Bottero Edizioni e Cagliostro Press abbiano pubblicato una preview cartacea con le anteprime delle loro prossime uscite, tra cui il Massacratore n°3, "Kouassi Story".
E in questa anteprima (che io ancora non ho visto) c'erano alcune pagine - senza testi e lettering - della nuova storia, tra cui questo giochetto con tavola 8 vista in tre tempi, ovvero nelle fasi matite/chine/photoshop.
L'idea mi piaceva.
Ecco perchè la ripropongo qui!