venerdì 28 dicembre 2007

Anno nuovo...


Lo scorso 16 dicembre questo S3Kenoblog compiva un anno. Il mio primo post diceva: "Le Verità Assolute - mi auguro lo si capisca da subito - è volutamente ironico. Perchè queste presunte VERITA' saranno soltanto MIE, quindi del tutto soggettive. Nel bene e nel male, aldilà del loro cercare polemiche senza volerlo davvero, anche se è probabile che succederà. Perchè di certo saranno sempre SCHIERATE"...
Nei giorni successivi - fino a ridosso del Natale - me lo sono riletto un po', mese dopo mese: riflessioni personali, recensioni, cose divertenti e cose serie, qualche considerazione un po' polemica (è vero) ma soprattutto quel senso di "schieramento" che - così proprio del mio carattere - già prospettavo anche al lancio di questa avventura.

Probabilmente, il suo apice l'ha raggiunto a giugno, in quella che ormai scherzosamente chiamo la bagarre Katzyvari (lo "scontro" tra Bottero Edizioni ed Edizioni BD, o meglio tra Alessandro e Marco, cui hanno fatto seguito relative scelte e schieramenti degli autori/amici coinvolti); sono passati molti mesi, e ovviamente il fomento di qui giorni è bello che passato, ci mancherebbe! Toni e modi si sono placati, e - soprattutto dopo Lucca Comics - la posizione di ognuno di noi, nella sua stessa sedimentazione, si è quantomeno chiarificata/chiarita. Questo non vuol dire che, anche rileggendo oggi, io non pensi più o meno le stesse cose di allora, perchè - limite mio? - non ho MAI accettato da nessuno (nemmeno dai miei datori di lavoro) alcun atteggiamento di onnipotenza e/o prepotenza. E mai li accetterò.

Paradossalmente, però, la cosa che in assoluto ritengo più "grave" di tutto l'anno NON è successa su queste pagine (pur essendo accaduta nell'irrealtà del web). E' qualcosa che - giocoforza, checchè se ne voglia dire - è intrinsecamente legata a QUELLA bagarre, quasi come fosse una sorta di suo fastidioso residuo, una conseguenza. E' qualcosa di cui mi dispiaccio tutt'oggi, che mi rattrista molto. Eppure qualcosa in qualche modo anche giusta, inevitabile.

E dunque ora arriva il 2008.
Gli andrò incontro nei prossimi giorni, girando tra Gubbio, Città di Castello e Perugia.
E' un anno pieno di aspettative, per quanto mi riguarda. Un anno che sarà un grande anno. Lo sento. LO SO.
Nel 2008 mi sono prefissato di raggiungere quattro importanti obiettivi (che non mi piace chiamare semplicemente "progetti"); due di essi NON riguardano i fumetti. Uno di essi non riguarda nemmeno la sfera professionale.
Se entro la fine del prossimo dicembre li avrò raggiunti o meno... beh, mi auguro che saremo ancora QUI a parlarne.
Tireremo le somme. E solo allora vedremo se - come dico spesso - il tempo mi avrà dato ragione.

Auguri a tutti ;)
***HAPPY NEW YEAR***

domenica 23 dicembre 2007

giovedì 20 dicembre 2007

American Gangster.


Lo scorso 28 settembre (proprio QUI sul mio blog) parlavo del nuovo film di Ridley Scott, cioè "American Gangster", che uscirà nei cinema italiani il prossimo 18 gennaio 2008. Dicevo di non vedere l'ora di vederlo... bene: IERI POMERIGGIO L'HO VISTO!!! Yeeeah :)

Proiezione in anteprima per la stampa nella saletta privata della Universal.
E che dire? Che "me lo sentivo": un film S.P.L.E.N.D.I.D.O!!!
Un Ridley Scott in grande grandissima forma, finalmente. Che firma un gangster movie che può tranquillamente andare ad affiancarsi ai capolavori di De Palma e Scorsese (e chi mi conosce, sa che sono uno che non usa spesso la parola "capolavoro"); Denzel Washington e Russel Crowe in straordinarie prove d'attore, diretti magistralmente in un crescendo che li vede uno di fronte all'altro solo alla fine del film.
Tra le chicche del tutto personali, anche Common (uno dei fratelli del narcotrafficante Frank Lucas) e The RZA (uno degli uomini della task force del detective Richie Roberts). Per non parlare della colonna sonora: il grande soul degli anni '70 che accompagna tutta l'ascesa dell'impero criminale di Lucas... con il contrasto di un solo pezzo rap (dei Public Enemy) nella scena finale, quando un po' invecchiato esce di prigione, e siamo oramai nei primi anni '90. Non dico altro.

Beh, magari per farvi venire l'acquolina in bocca... beccatevi il (lungo) trailer IN ITALIANO del film!!!

> in Windows Media:
HIGHMIDLOW

> in Quicktime:
HIGHMIDLOW

> in Real Media:
HIGHMIDLOW

A very special THANX to my homeboy Kento and to all the "Way To Blue" staff ;)

mercoledì 19 dicembre 2007

S3Keno & Tere presents...


Le festività natalizie si avvicinano e quindi "jingle bells jingle bells jingle all the way"...
Ma se volete davvero spisciarvi con due sane risate guardatevi QUESTO!!!

S3Keno & Tere elfi di Natale, in esclusiva per tutti voi, yeah.
E poi - non fate i vaghi, su - grazie a questo Elf-Yourself via alla grande con il vostro filmatino personalizzato (cliccando - alla fine del balletto - su "make your own") che potrete spedire a parenti, amici, colleghi e chi-vi-pare... e ci andranno in fissa tutti!!!
Per ora: i primi AUGURI beccateveli da noi :)

lunedì 17 dicembre 2007

Di certe grandezze, di certi autori.


Me li ricordo bene, sotto al palco. Anche perchè spesso ero lì con loro. Me lo ricordo bene il loro atteggiamento alle jam, anche quando si esibivano per la stessa causa.
Se suonava lo Zoo di Roma, e tirava giù mezza Arena, tutto il pubblico si esaltava, ma loro no.
Non sarebbe stato abbastanza
cool. Quindi mani in tasca, o braccia incrociate, al massimo un movimento della testa, a tempo.
Ma guai ad applaudire. Quello non si faceva mai. Non era cosa.
B-boyz nudi e crudi. Attitudine da duri. Nessuna concessione.
Poi si davano il cambio, perchè su quel palco c'erano microfoni da passare in nome della causa.
E si ripeteva lo stesso copione: se suonava Robba Coatta, e tirava giù l'altra metà dell'Arena, guai a battere le mani se eri dello Zoo.
Il pubblico si esaltava ancora, ripeteva ogni rima a memoria, cantava, ballava e applaudiva.
Per gli uni come per gli altri: era una jam, era rap.
Ma tra loro no. Non era cosa. Non ci si concedeva nulla.
Anche quando vedevi che gli altri stavano spaccando...


Stacco.
DICEVAMO DANIJEL ZEZELJ.
Volevo infatti tornare su un argomento che affrontavo nell'intro del Massa n°4, sapendo bene che - altrimenti - lo avrebbero letto solo i quattro lettori di quell'albo. Parlandone anche qui, diventano almeno otto. Cioè il doppio ;)
• E se qualcuno capitasse su questo blog per puro caso, di semplice passaggio, sappia che mi sto riferendo alla sua storia "Limbo Inc." contenuta all'interno di QUESTO fumetto.

Bene.
Io amo questo autore da anni, da PRIMA di conoscerlo di persona. Non è un caso che nel '93 gli chiedemmo di collaborare a Katzyvari, così come non è un caso che nel '95 gli chiesi di realizzarmi un paio di copertine per la prima serie regolare del Massacratore. Ad ogni modo, credo di avere in casa TUTTI i suoi volumi, da quei primi anni '90 fino ai più recenti. Non lo trovo solamente un disegnatore eccezionale, dal grande talento grafico e pittorico, ma anche un narratore sensibile e poetico.
Mi è capitato spesso di sentirlo "criticare" per questo. Per le sue storie, intendo (mai per i disegni), che in alcune occasioni hanno sfiorato l'ermetismo. Un'idea rafforzata dal fatto che proprio a ridosso dell'ultima Lucca Comics - dove veniva presentato il suo ultimo libro "King of Nekropolis" (Hazard Edizioni, € 13,50) - ho avuto modo di leggere molti commenti di lettori che, apprezzandolo, dicevano cose del tipo: "Finalmente una bella storia dalla sceneggiatura solida, bella da leggere"...

Ad ogni modo, personalmente non l'ho MAI messo in discussione.
Anche da lontano, ho sempre continuato a seguirlo e leggerlo.
Dico "da lontano" perchè proprio nel '95 Danijel si trasferì negli Stati Uniti, dove poi si è spostato e dove vive tuttora.
In questi 12 anni, è anche diventato un autore della Madonna: fumetti per Marvel, DC e Vertigo, illustrazioni per il New York Times, per Harper's Magazine, per il San Francisco Guardian o il Washington Chronicle, campagne pubblicitarie di copertura mondiale per la Nike, oltre ad una marea di locandine per cinema ed eventi musicali, di copertine per libri e dischi, di mostre ed esposizioni personali in tante città del mondo.
Un autore - insomma - che possiamo certamente definire molto AFFERMATO.

Un autore che avrebbe tutti i motivi del mondo per camminare ad un metro da terra.
Tirandosela, se volesse, con molta più legittimità di tanti artisti nostrani. E che - proprio in virtù della sua affermazione professionale - potrebbe non avere tempo (e voglia) di stare appresso a piccoli progetti di editoria indipendente, tantopiù se considerassimo i compensi con i quali oramai è abituato a lavorare.
E invece è rimasto la persona più gentile del mondo.
Disponibile ed umile come pochi.
Come dire: LA MISURA DELLA GRANDEZZA.
• Ecco di cosa parlavo in quell'editoriale.

Di come spesso siano proprio i più grandi ad essere i più umili.
Di come spesso siano invece i più meschini a cedere al fascino di un'onnipotenza editoriale che peraltro nemmeno esiste.
Di come un autore affermato a livello internazionale ti DONI una sua storia inedita di dieci tavole, spedendotele dall'altra parte del mondo, dopo che magari tu gliene avevi chiesto (timidamente) una breve di quattro/sei.
Di come uno a quei livelli, forse proprio perchè la sua vita è lì a Brooklyn, se ne fotta delle nostre liti di provincia, delle nostre polemichette da web, di certe prepotenze da signorotto feudale, di chi fa la voce grossa, di chi dice "Io con quell'editore non pubblico", di chi parla alle spalle, di chi si fa i calcoli, sia in termini di strategia che in termini di denaro.

Lui è Danijel Zezelj.
Vive e lavora a New York.
Se gli va, ti regala una storia.
Lo fa per amicizia, per stima, per affetto ad un nome, ad un progetto, ad una storia che per qualche tempo - tanti anni fa - è stata anche la sua. Senza paranoie. Senza secondi fini. Senza rotture di coglioni.
Un vero grande, signori.

Stacco.
Dopodichè li vedo anche qui.
Subito pronti ad attaccare, a bocciare, a criticare, se pubblichi qualcosa che (secondo loro) è discutibile.
Ma se poco poco fai qualcosa di buono - e se coloro con cui la fai sono inattaccabili - allora il silenzio.
Non i complimenti (non sia mai). No: il silenzio.
I complimenti, casomai, arrivano numerosi da pubblico e lettori, che (metaforicamente) applaudono.
Ma loro no, i cari "colleghi" fumettari. Autori nudi e crudi.
Guai ad applaudire. Non è cosa.
Nessuna concessione.

Nella valle di Elah.


Anche io al cinema in questo freddissimo weekend, scegliendo questo film.
Non fosse bastata la tripletta formata da Tommy Lee Jones, Charlize Theron e Susan Sarandon, c'era il regista - Paul Haggis - ad attirarmi in sala, quasi sulla fiducia. Perchè (ho già avuto modo di dirlo più volte) credo che il suo "Crash" del 2004 - insieme ad "Inside Man" di Spike Lee - siano i due più bei film che ho visto negli ultimi cinque anni.

"Nella valle di Elah" non mi ha emozionato come "Crash". Non è a quel livello, e questo lo chiarisco da subito. Ma è comunque un bel film. Algido nei colori, asciutto nella trama. Tommy Lee Jones è magistrale; la Theron - film dopo film - è sempre più brava (anche se continua ad "imbruttirsi" per dimostrarlo); la Sarandon ha una piccola parte, ma da fuoriclasse.
E il regista LI USA al massimo del loro talento.

Una base militare nel midwest, con la classica cittadina di provincia che le è cresciuta attorno. Giovani soldati appena rientrati dalla guerra in Iraq e da quelle crudeltà che gli Usa ammettono a fatica. Un padre che - da veterano - crede ancora nell'onore militare. Un figlio che sembra scomparso. Una madre che non accetta una nuova perdita. Un'indagine durante la quale si sovrappongono differenti verità, quelle civili e quelle militari. La guerra intesa come errore, che smaschera ogni aspirazione ad essere "esportatori" di democrazia. I segni di uno squilibrio mentale di chi viene mandato giovanissimo a certi orrori e che - quando torna, da reduce - ne rimane segnato per sempre, irriconoscibile anche agli occhi di un genitore. La bandiera americana issata al contrario, come un resa, per urlare: "Abbiamo bisogno di aiuto".

Sarebbe sbagliato considerare "Nella valle di Elah" come un semplice film di denuncia (nel nel grande schermo si trasforma troppo spesso e troppo facilmente in retorica). E nemmeno come un film/inchiesta. C'è un omicidio senza senso, avvenuto in suolo americano; c'è un'accusa molto esplicita all'attuale amministrazione che governa il Paese, d'accordo. Ma è soprattutto un'indagine nei luoghi della mente, diretta con grande sensibilità e soprattutto con grande sobrietà.
Lo scontro biblico tra Davide e Golia (avvenuto proprio nella valle di Elah, da cui il titolo) è la metafora su cui Haggis costruisce questo percorso introspettivo teso alla ricerca della verità, anche se significa ammettere le proprie sconfitte. Che non sono belliche, ma umane.

giovedì 13 dicembre 2007

Poesia: Viva l'ODG.


Ogni dicembre - puntualissimo - mi arriva per posta il bollettino con la quota annuale da versare all'Ordine entro il 31 gennaio successivo. Ogni dicembre, la stessa rima mi frulla per la testa. E dunque...

Poesia.
Viva l'Ordine dei Giornalisti,
che solo quanno c'è da batte cassa,
se ricordano che esisti.


Recensione del critico letterario.
"Mortacci loro".

Nota dell'autore.
"Ecco. Mo' me radiano dall'albo!!!"

martedì 11 dicembre 2007

Giorno più, giorno meno.


Vado al Giaime 2007. Abbastanza triste. Poca gente. Pochi artisti di quelli che pensavo io (cioè quelli che con Giaime c'erano davvero amici). Tante facce nuove sul palco, che non conosco. E' il rap della nuova generazione, che sento già lontana. Tanti pischelletti sotto al palco, che mi fanno sentire un "vecchietto" (old school?); è la stessa sensazione che provano quei (pochi) superstiti dello Zoo di Roma lì presenti quella sera. Bevo solo un paio di birre. Vado via presto.

Vado alla mostra di Paul Gauguin al Vittoriano. Una serata speciale, con il museo aperto "fuori orario" solo per noi, e con tanto di guida privata (erano secoli che non seguivo una mostra con la guida). Non male. Io amo Gauguin. Ci sono pezzi dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla National Gallery of Art di Washington, dal Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, eppure mancano le tele più importanti. Come OGNI VOLTA che Roma prova ad organizzare qualcosa di importante. Alla fine del percorso, mega ricevimento/buffet nel roof garden della terrazza panoramica. Sfizioserie a go go, e ottimo vino. Mi affaccio dal balcone della terrazza, sui Fori Imperiali, con il Colosseo illuminato che troneggia sul fondo. E palazzi, cupole, ringhiere, sanpietrini, tetti a perdita d'occhio. Roma è davvero meravigliosa, anche di notte, quando è illuminata dal suo caratteristico arancione.

Vado al Da Bomb 2007. Incontro un botto di persone. Chiacchiero fumo e bevo (parecchio) con tutti. La nuova formazione degli Inquilini fa il suo esordio. Decisamente convincente. Quasi militante. Un'apologia alla lotta armata. O meglio: alla difesa armata. Muoio dalla curiosità - a questo punto - nel sentire anche i nuovi pezzi di Kento solista con il suo "Sacco o Vanzetti". Nel frattempo me la chiacchiero pure col Piotta, ma non di rap. Di certi editori e certi libri, anche perchè a gennaio esce il suo.
Dj Gruff, quando sale sul palco, è il più grande di tutti. Passano gli anni, ma lui resta il Numero Uno. Non c'è storia, nemmeno nei contest di livello mondiale. Fa uno show di turntablism e strofe (anche canticchiate in salentino) che manda a casa tutti; le sue dita scivolano leggere sui vinili, in una coreografia di lucidi movimenti tra mixer e ruote d'acciaio, con scratches che solo lui riesce ad inventare.
Gruff prima e dopo lo show fa tristezza. Nel backstage, completamente sfatto, completamente solo. Senza nessuno che ci chiacchiera, nonostante l'allegra caciara e il numeroso viavai di persone. Che non se lo cagano.

Trovo finalmente il tempo di leggere "Ilaria Alpi - Il prezzo della verità" di Marco Rizzo e Francesco Ripoli (Becco Giallo, € 15). Veramente molto bello, a tratti emozionante. Marco ha fatto una gran bel lavoro, sia di documentazione che di scrittura. Su questo non avevo dubbi. Mentre la vera "sorpresa" sono i disegni di Ripoli, che NON conoscevo. Ed è davvero assai bravo, accidenti.

Vado a Più Libri, Più Liberi la mostra mercato della piccola e media editoria al Palazzo dei Congressi dell'Eur che - anno dopo anno - sta CRESCENDO davvero bene. Ci passo diverse (piacevoli) ore dentro, che tanto fuori piove e fa freddo. Acquisto qualcosa. Ma soprattutto becco chi devo beccare. Chiacchiere che diventano fatti, che rimandano a nuovi appuntamenti. E vado via proprio con ciò che volevo prima di entrare.

Vado al mercatino di Natale di Emergency, dove Tere sta facendo i suoi turni da volontaria (per indirizzi, date e orari cliccate QUI). Ci vado pensando di trovare il solito mercatino un po' fricchettone, con le solite robe eque & soldiali, e invece rimango stupito dalla varietà/quantità di offerte, di prodotti, di idee regalo (infatti faccio compere). Ottima organizzazione. Altro che bancarelle: a Roma, l'hanno allestito all'interno del bel palazzo della ADN-Kronos di Trastevere. Fateci un salto, se ne avete modo.

lunedì 10 dicembre 2007

S3Keno interviù.


Comicsblog.it mi ha fatto una breve intervista.
Mi ha fatto piacere, son contento.
Se dovesse interessarvi, la trovate QUI.
Oh, yeah.

mercoledì 5 dicembre 2007

Fuori dal passato.


Gli spiegai che i romanzi migliori non sempre erano quelli che vendevano meglio; che gli stili complessi e le storie ambigue lasciavano perplessi molti lettori. Gli dissi che i miei libri, pur vendendosi molto bene, erano considerati troppo cupi, complicati nell'intreccio e implacabilmente violenti per salire in testa alle classifiche.

Lui mi chiese se ero disposto a cambiare il genere di libri che scrivo per aumentare le vendite. Io risposi:
"No". Mi domandò se avrei cambiato il genere di libri che scrivo se avessi saputo di portare un determinato stile o tema fin dove riuscivo ad arrivare. Risposi: "Si". Mi domandò se i personaggi dei miei libri tratti dalla vita reale riescano mai a sorprendermi. Io risposi: "No, perchè il rapporto che ho con loro è di sfruttamento".

martedì 4 dicembre 2007

Step.04: Katzyvari 2.1



E ora tocca al Massacratore, che mi sembra pure giusto.
Che Lucca Comics è finita un mese fa, ed è da prima di Lucca che dico "poi parliamo del Massacratore".
Che nel frattempo è arrivato in fumetteria. Quindi C'E'!!!
Che il 4° numero della nuova serie targata Bottero Edizioni è intitolato "Katzyvari 2.1" (e ora vi dico pure perchè) e che se in questo post c'è scritto STEP.04 è perchè - senza voler alimentare nuovamente alcuna polemica - prima erano venuti lo step.01, lo step.02 e lo step.03.

Dunque: "Katzyvari 2.1" nasce prima di tutto come un gioco.
Poi - ma solo POI (chiaro?) - anche come una leggera provocazione.
Nell'editoriale interno, io stesso lo definisco "una risposta armata".
Le armi non sono coltelli o pistole: sono matite, pennarelli, idee e artisti/amici che hanno partecipato al gioco.
E la risposta di cui parlo è rivolta solamente a chi attua certe prepotenze editoriali.

Detto questo, "Kaztyvari 2.1" è SOLO un titolo.
Un numero SPECIALE non solo nei contenuti, ma anche nelle 48 pagine (al posto delle solite 32) mantenendo però INVARIATO il prezzo di copertina, che resta di 4 euro.

Oltre alla mia storia del Massa (stavolta impegnato in un divertente "back to the basics" di vecchio stampo, contro il programma "Affari tuoi" di RaiUno) stavolta non c'è solo una semplice storia breve in appendice. No, stavolta a bordo è salito prima di tutti il grande Danijel Zezelj con una splendida storia INEDITA di 10 pagine, "Limbo Inc." (che a certi prepotenti di cui sopra non sarebbe costata meno di 2.000 dollari). Poi il noto scrittore Enrico Brizzi in coppia con Maurizio Manfredi, con il primo episodio di "SuperTognazzi";. Poi ancora Lorenzo "Lollo" Bartoli con un suo bel racconto ("La Faida") illustrato per la prima volta da Paolo "Ottokin" Campana. E se tutto ciò non bastasse, anche Ed! con il suo Bonny-Ed, anche il Mangiatore, anche un insolito incontro con la pornostar Jenna Jameson (che - per pura vanità personale - volendo potete leggere anche QUI).

Senza che vi ricordi che - insieme al Massacratore n°4 - arriva in fumetteria anche il secondo volume del suo REMIX.
Che ha 128 pagine, che costa 16 euro, che spacca!!! Oltre alla saga di "Italian Superiros" (con Berlusconi, Fini e D'Alema), a "Prendilo!" (con i Take That), a "Rappowa" (con Jovanotti), a "In Dub" (una delle mie storie preferite di sempre) e a "Rock Escalation" (con Piero Pelù/Litfiba, i Green Day e Bono/U2) ci trovate pure delle chicche come "Intervista impossibile" e "Virgo ama". Completano il volume le firme di Walter Venturi, Michele Ginevra, Cristiano Cucina, Marco Rizzo, Alessio Danesi, Luca Carta, Mauro Muroni e Saverio Tenuta.

Inoltre, nel nuovo aggiornamento del mio sito Liskaprod.it, in homepage trovate le prime 3 storie della nuova serie del Massa (cioè "Ama e difendi", "Pornophilia (cube)" e "Kouassi Story") disponibili in download GRATUITO per chiunque abbia voglia di leggerle!!!

Ovvio, infine, che vi inviti nuovamente a visitare la Classifica del Massacratore, che è già al suo 2° aggiornamento. Venite a farci un salto, VOTATE il personaggio che vorreste vedere massacrato (a fumetti) e divertitevi a leggere i commenti di tutti gli altri!!! ;)

sabato 1 dicembre 2007

Cuori da bar.


Ieri pomeriggio, con Roma mezza immobilizzata dallo sciopero dei mezzi, sono andato alla presentazione del libro "Cuori da bar" (Edizioni BD, € 10) dell'amico Lorenzo Bartoli, in una bella libreria al Testaccio.
C'era parecchia gente. Ho assistito a presentazioni di scrittori comunemente ritenuti "più famosi" con meno gente, giuro!!! Ovvio che molti fossero amici, colleghi e conoscenti vari. Ma tant'è. L'atmosfera era calda e - per l'appunto - assai amichevole. E poi c'era Remo Remotti.

Dopo una presentazione molto "ispirata" del Rrobe nazionale, Remotti ci ha deliziato con la lettura di tre racconti tratti da questo libro, che - a proposito - dovete acquistare per forza!!!
Remo Remotti è un grande personaggio della nostra Roma. Un grande, dico davvero. Schietto, genuino, bestemmiatore come pochi, molto più COLTO di come a volte lui stesso sembra voglia far apparire.
L'unico suo "limite" (se così lo vogliamo definire) è che gli piace da morire parlare di se stesso. Non solo ieri in quella libreria. Ogni volta che l'ho visto (fossero presentazioni analoghe, fosse in TV), ogni volta lui parla di se stesso, della sua vita, delle sue poesie, delle sue conoscenze, dei suoi libri, della sua storia, delle sue canzoni, della sua pittura, anche quando dovrebbe parlare di qualcun altro, per cui magari è stato invitato.
Comunque sia, ci ha fatto ridere parecchio.
Anche quando si rivolgeva a Bartoli e Recchioni come fossero due pischelletti al loro debutto sulla carta stampata, dicendo a Lollo che insomma è bravo, che insomma 'sto libro è un ottimo aperitivo in attesa di un primo romanzo vero e proprio, che insomma che cazzo li fa a fare i fumetti?!? ;)
Fatto sta che al momento della lettura dei brani, era il personaggio giusto nel momento giusto.

Prima di andare via, mi sono comprato una copia del libro. La seconda, se vogliamo dirla tutta (su suggerimento dello stesso Lollo, quando per mail ne parlava come possibile "regalo di Natale"), che infatti regalerò. Un qualcosa - questo gesto di aprire i portafogli - che vedo sempre far poco agli AUTORI, anche se amici, presi costantemente dal loro "ruolo" per cui o ti viene regalata oppure niente. Che poi è un argomento di cui parlai un annetto fa anche con Ottokin, quando uscii il suo "I racconti del campetto"...
Vabbe', ma questa è un'altra storia.

Il punto - ora - è che dovete veramente acquistare e leggere questo libro.
Perchè è semplicemente bello.
Perchè Lorenzo cammina su questa terra a braccetto con il talento.
Perchè davanti a cose come stima ed amicizia non ci sono "convenienze editoriali" che reggano. E il resto delle chiacchiere stanno a zero, capite a me.