giovedì 23 giugno 2011

S3KENO versus OTTOKIN

il match del secolo!!!


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L'evento: agli angoli opposti, il sottoscritto (cialtrone come pochi altri) contro il Maestro Ottokin.
Il ring: un grande pannello da dipingere interamente "dal vivo" - a quattro mani - davanti ad un pubblico bastardissimo, che nella maggior parte dei casi sarà lì solo per spaccarsi di alcool, e che alla fine sarà pure chiamato a decretare il vincitore.
Il luogo: le Nuove Officine Generali in quel di Cassino (FR), per l'esattezza in via Rapido n°11, vicino alla stazione del treno.
La data: giovedì (sera) 30 giugno 2011, cioè ad una settimana esatta da oggi.

Va da sè che i più maliziosi di voi (con buona compartecipazione della mia innegabile autoironia, su) staranno già pensando che Ottokin mi romperà il cosiddetto, vincendo a mani basse. Può darsi, forse che si, forse che no, le scommesse sono aperte. Ma state altrettanto certi che alla fine sarò io a scappare col malloppo!!! ;)

Vi aspettiamo numerosi e facinorosi, yeah...

mercoledì 15 giugno 2011

Assalti Frontali: "Profondo Rosso"

in TRE chiavi


• Anche perchè è più di un mese che ho 'sto pezzo inspiegabilmente fermo sul mio desktop!!!

>>> KEY.01
Leggo da più parti che questo "Profondo rosso" è considerato il miglior album degli Assalti Frontali da dopo "Banditi" del 1999, come dire da dodici anni a questa parte. Non riesco a focalizzare bene questo pur semplice concetto, cioè cosa possa realmente essere definito "migliore" rispetto agli album seguenti (cioè "HSL", "Mi sa che stanotte" e "Un'intesa perfetta") perché - per quanto mi riguarda - Assalti Frontali è un unico grande progetto suddiviso in episodi periodici, un collettivo militante che utilizza il rap come forma espressiva (senza star lì a menarsela inutilmente su cosa sia possibile considerare hip hop o meno) che nel suo percorso oramai ventennale, pur avendo Militant A come indiscutibile perno centrale, ha avuto passeggeri diversi, congeniali al capitolo che si stava andando a raccontare.
Ripeto sempre che c'è una parola molto importante alla base di questo progetto, ed è COERENZA, un'impossibile coerenza, anche quando può sembrare (un quasi romantico) anacronismo. Chi non ha mai incrociato la propria storia personale con la loro e tuttavia sostiene il contrario, è perché non ha potuto conoscere da vicino le vite dei suoi elementi, che riflettono al 100% ciò che poi trasformano in rime.

Al di là di questo, c'è effettivamente qualcosa che lega "Banditi" a "Profondo rosso", e non parlo solamente del lupo che caratterizza le due rispettive copertine! Entrambi gli album, infatti, si distinguono per una produzione musicale affidata ad un solo autore (a differenza degli altri dischi, in cui i produttori cambiano a seconda del pezzo). Su "Banditi" la produzione era interamente di Ice One, che in quel momento era probabilmente il miglior dj/producer sulla piazza. Su questo nuovo disco, è interamente di Bonnot, che oramai possiamo considerare a tutti gli effetti membro permanente della posse romana (peraltro erano già sue le migliori basi dei due album precedenti). Passano gli anni, e "probabilmente" - oggi come oggi - è proprio lui ad essere "il migliore sulla piazza" in termini di ricerca, di suono, di originalità e di completezza strumentale (a tal proposito, se ne avete voglia e tempo andate a recuperarvi il suo straordinario album "Intergalactic Arena").
Il resto è interamente affidato ai testi. Se "Banditi" conteneva la straordinaria trilogia della Notte o pezzi come "Va tutto bene" e "Zero tolleranza" che sono già dei classici moderni, "Profondo rosso" - pur essendo appena uscito - ha tutte le carte in regola per rimanere a lungo impresso nella memoria.
Staremo a vedere.

>>> KEY.02
Fate conto che esiste davvero questa possibile isola di Utopia a Centocelle, alla faccia di Ciclope e dei suoi X-Men (ma questa possono capirla solo quelli che stanno seguendo mese dopo mese le gesta dei mutanti Marvel); e in questa Utopia, Militant A - come un novello Charles Xavier dei bei tempi andati - sogna una coesistenza pacifica tra culture, etnie e religioni. E' una comunità trasversale che vive insieme, condividendo una casa così come uno spazio occupato: italiani, marocchini, eritrei, peruviani, cinesi e rumeni (se ne parla proprio in "Roma meticcia"). E' una famiglia ben più che allargata, fatta di gioie e di dolori, dove piano piano nascono bambini e cresce una nuova generazione bianca, nera, gialla, verde e a pois! Dove il concetto stesso di multi-cultura è qualcosa di concreto sin dai banchi di scuola.

E' già dallo scorso album, con la bellissima "Il rap di Enea", che Assalti parlano a questi bambini.
Sono i loro figli, i figli dei loro amici, i loro compagni di scuola o quelli con cui giocano insieme nel cortiletto sotto casa. C'è un linguaggio speciale tutto dedicato a loro. Sono favole che - come sempre - hanno la forza della semplicità e della metafora, che al loro interno portano un messaggio valido tanto per i bimbi quanto per qualsiasi adulto. Ed è così bello usare il rap anche per raccontare le cose della vita a questi piccoli ascoltatori (mentre nel resto della scena hip hop italiana sembra proprio che i rapper di figli non ne vogliano proprio sentir parlare)...

Insomma, tutto questo per dire cosa?
Per dire: ecco come nascono dei gioielli come "Sono cool questi Rom" o "Storia dell'Orso Bruno".

>>> KEY.03
"Profondo Rosso" è davvero uno dei migliori album di Assalti Frontali.
Tanto nei testi sempre lucidi ed incisivi di Militant A (meriterebbero di essere pubblicati uno ad uno, come feci tre anni fa) che - oltre al compare Pol G - a sorpresa condivide il microfono anche con ospiti inaspettati come Esa e Inoki (questi si appartenenti propriamente alla doppia H) in "Banditi nella sala"; quanto nelle basi di Bonnot, che - pur senza Casasonica - raggiunge e supera la profondità del suono dei due precedenti dischi, rendendo l'intero album pieno, coeso, omogeneo e soprattutto P.O.T.E.N.T.E!!! Se aveste la possibilità di ascoltare dal vivo un pezzo come "Roma meticcia" - dove "fratelli miei, lo so, la rabbia monta a ondate / si incendiano le strade e ora basta cazzate / anche le stelle questa notte restano aggrappate / non vogliono cadere, vogliono vedere" - allora potreste realmente rendervi conto di questa potenza sonora, perché questa musica vi entrerebbe non solo nelle orecchie ma sin DENTRO la pancia!

Non da meno tracce come quella d'apertura (che titola il disco, sferzando immediatamente il primo colpo: "I banchieri fanno crack / gli economisti fanno flop / noi ribelli on the street / portiamo il pathos contro lo shock / io sto con Margherita Hack / sto coi pionieri dell'hip hop / e coi ribelli on the street / svegliamo i morti sotto shock") o come "Cattivi Maestri" e "Lampedusa lo sa".
Un disco DA ASCOLTARE per intero, perché merita.
Un disco DA AVERE, perché il suo "prezzo politico" è una testimonianza concreta.

sabato 11 giugno 2011

Man Down.

back to Jamaica...



E mentre le altre "colleghe" alla J.Lo o Lady Gaga che siano (ma recentemente non ho risparmiato nemmeno Mary J. Blige) continuano a sfornare le loro minchiatine pop/dance/R&B/latinoamericane sempre più paracule e pacchiane, la nostra piccola Rihanna - dopo svariati singoli da dimenticare - se ne esce con un pezzo del genere…

mercoledì 8 giugno 2011

Cinicodimmerda?



Mi rendo conto di essere un cinico.
Anzi, peggio: un cinico impastato di "communismo" (con due emme) da due lire.
Ma tant'è. Proprio ieri mattina stavo lavorando in sede presso uno dei tanti brand per cui collaboro, circondato da persone che hanno scoperto la Apple l'altro ieri grazie all'iPod e all'iPhone, che ora mi son diventati INVASATI della mela mozzicata, sfoggiando Macintosh sempre più nuovi e più performanti, e che - all'indomani del WWDC 2011 - aspettano trepidanti il rilascio dell'OS X Lion quasi come fosse la risoluzione della fame e delle guerre nel mondo (mentre io non avrò soddisfazione fin quando la Apple non si inventerà il sistema operativo OS X Moka Express che ti fa il caffè mentre lavori)… e insomma, parlavano del loro Messia bianco: Steve Jobs.
E dicevano con gli occhi tristi, come fosse un loro caro amico da tutta la vita: "Hai visto come stava? Povero Steve"

Povero Steve?

- "Perché la malattia, come la morte, non guarda in faccia nessuno"…
- "E' una falce che livella qualsiasi classe sociale"…

E giù con i luoghi comuni che ricordano le telenovelas brasiliane degli anni '80: "Anche i ricchi piangono"…

Si, d'accordo, penso io.
Ma è pur sempre "meglio piangere su una Ferrari che piangere su una panchina" (questa frase mi è sempre piaciuta, anche se non ricordo chi l'abbia detta).
Che andrebbe letta, come un proverbio, per il suo significato intrinseco.

Perché E' OVVIO che mi possa pure dispiacere per il suo tumore al pancreas.
Che una malattia non la si augura a nessuno, nemmeno ad un nemico (beh, a parte un ictus fulminante a Silvio Berlusconi)… ma avrò il diritto - seppure egoista - di essere un tantino più preoccupato del tumore di mio padre, no?
Allora non riesco - limite mio? - davvero NON RIESCO a provare pena per Steve Jobs. Perché la vita gli ha dato tanto. Gli ha sorriso molto più che a milioni di altra povera gente. Gente comune che ha il suo stesso male, che ha cancri incurabili senza però avere i suoi mezzi per combatterli.

Si, parlo di mezzi.
Parlo di possibilità economiche INFINITE, che se Dio ha comunque deciso di richiamati a lui ci vai lo stesso, ma fintanto che sei qui sulla Terra puoi contrastare la tua malattia con ogni cura, con ogni sperimentazione, ogni invenzione e ogni spesa possibile, con dottori chirurghi trasferte e strutture che ad un comune lavoratore non basterebbero due vite per potersele permettere.
Un discorso analogo a quello che qualche tempo fa facevo con i calciatori: "Povero TIZIO, povero CAIO, s'è giocato il tendine, finisce che salta la stagione"…

Povero un cazzo.
Che la gente qui non arriva a fine mese.
E magari un carpentiere quello stesso tendine se l'è giocato cascando dall'impalcatura non messa in regola dall'azienda per cui lavora, facendosi un mazzo tanto!

E ci saranno impiegati, operai o insegnanti che aspetteranno mesi la loro TAC prenotata tramite il CUP della pubblica sanità.
Che non potranno permettersi luminari della scienza, super cliniche private, macchinari hi-tech o medicinali costosissimi (non avete idea) e in quei mesi - piano piano - si spegneranno, silenziosamente.
Senza che internet parli di loro, senza che nessun patetico Apple addicted pianga per loro.
Senza nessuna pena. Senza nessuna pietà.
Mentre Steve Jobs - statene certi - camperà ancora tanti anni: TANTI.
Prenotandosi un pancreas giovane e nuovo (di chi?) dalla Thailandia, o un innesto cibernetico dal futuro.

Ecco perché sono un cinico di merda.
Perdonatemi.

giovedì 2 giugno 2011

Scappatelle :)


Cioè, ma vi sembra una cosa normale?
Stiamo parlando della HOMEPAGE del sito della RyanAir, mica di un blog di barzellette!!!
Questi o sono pazzi... oppure sono troppo avanti!!!

A me comunque un marketing del genere mi fa tagliare :)