venerdì 22 luglio 2011

Di Silvestri ma anche di altro.



Korn, Extrema, 30 Seconds To Mars, Subsonica, Black Label Society, Dream Theater, Afterhours, Mogwai, Fabri Fibra, The Chemical Brothers, Franco Battiato, Caparezza, Ben Harper, Robert Plant, Skunk Anansie, Elio e le Storie Tese, Jamiroquai, Jack Johnson, Moby, Slash e tanti altri: certe sere, quando il vento soffia verso il mio terrazzo, è come averli dentro casa.
Pezzo dopo pezzo, nota per nota. Con tanto di pubblico acclamante. E anche quando non si muove un filo d'aria, la distanza con l'ippodromo di Capannelle è talmente esigua che puoi comunque sentire chiaramente l'impianto di amplificazione che pompa! Tra metà giugno e fine luglio, ogni estate, ogni anno.

Pochi cazzi: ora che si sono pure liberati dell'ingombrante presenza di Fiesta! (il festival latino-americano che attirava tutto il peggior borame della città e delle periferie) Rock in Roma ha indiscutibilmente raggiunto il miglior programma di ogni altro evento dell'Estate Romana, diventando in pochi anni la manifestazione con la più capace direzione artistica della Capitale, attenta non solo alla qualità generale, ma anche ai gusti di almeno tre generazioni di cultori/ascoltatori/fans (quarantenni, trentenni e ventenni). Guardate voi stessi che cartellone.

In accordo con il X° Municipio e i comitati di quartiere (Capannelle, Statuario, Villaggio Appio) il "coprifuoco" di ogni concerto è fissato per mezzanotte. E li ho sentiti con le mie orecchie, io: leggende viventi, ribelli anticonformisti e mostri sacri del rock rispettare quel coprifuoco. Allo scoccare della mezzanotte, fine dei giochi.
Tutti meno uno.

Lunedi sera ero (immancabilmente) al concerto di Daniele Silvestri per il suo S.C.O.T.C.H. Tour 2011.
Delle sue straordinarie performance live ho già parlato più e più volte. Quindi è quasi inutile aggiungere altro, perché vederlo suonare e cantare dalle 22:00 a mezzanotte e mezza, divertendosi sul palco con i suoi amici musicisti (con tanto di ospiti come Raiz, Niccolò Fabi, Diego Mancino, Peppe Servillo, Valerio Mastandrea) improvvisando pezzi e situazioni, passando senza soluzione di continuità dall'elettronica alla bossanova, dagli stornelli romani a ritmi e sonorità cubane… beh, è sempre qualcosa di emozionante.
Insomma, lui se n'è altamente fregato del coprifuoco, andando avanti come niente fosse.
Credetemi: se foste stati lì, avreste visto coi vostri occhi QUANTO loro stessi si stessero divertendo sul palco, soprattutto nei momenti acustici e nei pezzi finali. Per due ore e mezza di concerto, non so se mi spiego!
Gli sarà costato una penale? Credo di si, ma nemmeno mi interessa.
Però sono sempre più convinto che il ragazzo - oltre al cervello - lì sotto ha anche un bel paio di palle!

Passo di palo in frasca.
Qualche sera fa mi sono finalmente visto il tanto osannato "The Green Hornet" di Michel Gondry. E mi sono pure divertito, sia chiaro. Ma - sarò strano? - davvero non capisco come mai stiano tutti lì ad incensare Gondry e magari a sputare addosso a registi come Matthew Vaughn, quando personalmente mi ha fomentato PARECCHIO DI PIU' un film violento, rozzo ed esagerato com "Kick-Ass" rispetto a questo tiepido Calabrone Verde!
Sarà… forse il rozzo, cinematograficamente, sono proprio io ;)

Chiudo con un'ultima segnalazione che riguarda un nuovo manifesto del PDL apparso in questi giorni per le strade di Roma. Stavolta attaccano Nicola Zingaretti (attuale Presidente della Provincia di Roma, ovviamente area PD) e la sua presunta incapacità di controllo sulle affissioni abusive per strada. Ma la cosa paradossale e/o divertente, è che TUTTI questi manifesti sono stati attaccati abusivamente: sopra altre pubblicità, sulle lamiere ondulate dei cantieri, sui muri dei palazzi, sui cartelli stradali e via dicendo.
Ora, se accusare l'abusivismo con un gesto abusivo fosse una provocazione mirata (come certe "provocazioni culturali" proprie della street-art), se ci fosse insomma UNA VERA IDEA dietro a questo spreco di carta e di colla, potrei anche trovarlo sagace.
E invece - come sempre - si tratta semplicemente di ignoranza.

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